( aggiorn. luglio 2016 )
"Il Segreto della Lucciola"
di
Vincenzo QUARRACINO
Ancora
un’opera inconsueta , frutto dei pensieri di un austero professionista , i cui versi rivelano gli angoli più nascosti dei suoi sentimenti, delicati e carnali malinconici e gioiosi: grappoli di quotidiana vita reale e di fantasie oniriche struggenti.
La raccolta di liriche, per la maggior parte in lingua napoletana, è preceduta da una prefazione a firma del direttore di questa rivista.
Nel proporvela, Giustiziaoggi spera di suscitare la magica sensazione che si ricava leggendo i versi dell’amico Quarracino, di cui – a seguire – Vi offriamo un assaggio: si tratta di due liriche che – unite tra loro da un invisibile filo conduttore - mettono a nudo la vena poetica dell’Autore e la sua visione della vita, che auspica possa fondarsi sull’amore tra le persone.
Prefazione
Molto spesso , quando un autore versa sul foglio i suoi pensieri, in rima o in prosa, finisce col ripercorrere – sia pure involontariamente – la sua vita in una sorta di autobiografia, che offre ai lettori come una confessione…senza pudore!
A questa regola non si sottrae l’ultima (in ordine di tempo:la terza) opera di Enzo Quarracino, apprezzato ingegnere nella vita quotidiana e poeta e commediografo di razza, per hobby, ed è singolare che ciò accade anche nel caso di semplici poesie , apparentemente slegate tra loro, scritte per un bisogno dell’anima.
Nei suoi versi, mentre rivela l’amore per le assolate spiagge del centro-sud – da Acciaroli a Sperlonga – descritte con intensa soavità, l’Autore si sofferma sul rapporto di affetto con gli animali e in particolare con un cagnolino(“Sirio o’
pelusiello”) che ha saputo regalargli attimi di serenità indimenticabili!
Anche i sentimenti, attraversati da slanci erotici, traspaiono come levigati nel fraseggio di forte impatto (“Il gioco”, “Ti guardo”),connotato da notevole sincerità emotiva…
E’ così che scorrendo queste liriche ricche di spunti amari ed ironici, il lettore ha modo di penetrare l’intima personalità del Poeta, per coglierne l’arguzia e la profonda spiritualità.
Interessante è scoprire ,allora, come dal volo di gabbiani lontani dalle onde del mare (ma attratti da cumuli di rifiuti che affliggono la nostra Campania felix), Enzo tragga motivo per denunciare le ferite inferte alla natura dal malaffare…e, tuttavia, non manca lo spazio per un sano ottimismo, frutto di una “speranzella” in un mondo migliore , dominato dall’amore che dovrebbe scoppiare nel cuore degli uomini, come una bomba salvifica!
Per parte nostra, insistiamo nel credere che sia questo il messaggio che la lucciola avrà sussurrato al Poeta che ringraziamo, anche se non ci ha rivelato il segreto !
M.R.
A speranzella
‘A
speranzella è chillu desiderio
che ognuno ‘e nuje tene annascuso
quasi
pe’ pudore
propete ‘nfunno ‘o core
e che mai more.
‘A speranzella ‘nce dà cunforto
‘int’e momenti sfurtunati,
è comm’a ‘na lampetella
che dint’o scuro mai se stuta,
è nu segreto personale
che cunuscimmo sulo nuje
ce dà ‘na mano a campà
ve pare poco ?
‘A speranzella e l’urdemo e l’anno
A
mezzanotte vulesse sparà
‘na batteria e botte
accussì forte ma accussì forte
che pure ‘o riavulo
s’avesse mettere paura
e ca coe ‘mieze ‘e cosce
se n’avesse fuì a chistu munno
senza farci chiù ritorno.
Ma forse nun ce vò
tutto stu rummore.
Io proprio chesta notte
tengo
‘na speranzella
che
‘nu magico petardo
scuppiasse rint’o core e l’umanità
e... ha trasfurmasse
in santa.
E ‘ssì che sarria
‘na bomba
che purtasse pace
e levasse ogni
dulore
sta speranzella ‘cca
Io ‘a chiammarria
semplicemente
Ammore !