ottobre 2022

recensione a cura di Mario Romano

Cultura umanistica e profondo senso della Storia, rivestiti da uno stile narrativo asciutto ed  efficace: sono questi gli elementi che il lettore si aspetta (e ritrova) nel lavoro letterario del Magistrato-Scrittore Paolo Albano. 

       Ciò che, invece, non ti aspetti  - e che piacevolmente ti sorprende - è la fantasia con cui l’Autore propone fatti e personaggi reali ed immaginari, resi vivi nel corso di un  viaggio onirico descritto con tratti di intenso realismo ! 

       E’ così che, fra le  tante, prendono corpo le figure di Ponzio Pilato, di Gesù Cristo e del Centurione, ridisegnate in una dimensione diversa da quella tradizionale, ma non per questo meno credibile. 

      Apparentemente senza un filo conduttore, l’opera si snoda attraverso la descrizione di eventi storici ed episodi talvolta, frutto di ricordi giovanili o di sogni magicamente rivissuti, in un percorso introspettivo assolutamente privo di intenti didascalici, proteso com’è alla ricerca di verità irraggiungibili.  

 

Emblematica, a questo proposito, si rivela la lettura della “Cronaca del Paradiso”, immaginariamente ritrovata su di un vecchio giornale, purtroppo lacero e privo della parte finale, che resta, perciò, sconosciuta, così come la descrizione dell’errore giudiziario, paradossalmente verificatosi addirittura nell’aldilà, di cui è rimasto vittima “L’Evaso” a causa di una deprecabile omonimia, proprio come talvolta accade nei tribunali dell’aldiquà  nei nostri umani tribunali! 

Collocati al termine del libro, non meno originali, quanto imprevedibili, risultano, poi, i “Romanzi brevissimi” che rivelano una volta di più il senso dell'umorismo e l’amore per l’assurdo, insospettabili nella austera persona dell’Autore. 

       Naturalmente nelle oltre duecentottanta pagine (seguite da tre pagine rigorosamente bianche) vi è molto di più e non vogliamo sottrarre al lettore il piacere di scoprirne il contenuto. 

       Quanto alla presenza delle tre pagine bianche, essa è quasi certamente  dovuta ad esigenze di impaginazione e, tuttavia, a noi piace credere che, collocandole  al termine del volume, l’Editore abbia voluto lasciare spazio per eventuali impressioni e commenti. 

       Con tale convinzione, dunque, le riempiamo esprimendo all’Autore vivo apprezzamento e profonda  gratitudine per averci donato, con questo lavoro,  un soffio di aria  fresca  e pulita di cui avvertivamo un gran bisogno in  questa torrida estate, funestata da conflitti atroci che sembrano richiamare quelli immaginari descritti  nel capitolo dedicato ad “Un altro Universo” ! 

 

       Per fortuna al termine del libro c’è il profumo delle sfogliatelle con cui il pasticciere partenopeo inonda il Paradiso e da cui il volume prende il  titolo, quasi  a rimarcare l’ispirazione improntata alla leggerezza elemento quest'ultimo che induce all’ottimismo e ci spinge a  ripetere da queste colonne un sincero grazie.



ottobre 2022

“VITTIMA INNOCENTE”

 Un’ odissea giudiziaria raccontata dal protagonista e dal suo difensore  

di Mario Romano

Rappresenterà un evento nel panorama letterario dedicato a storie di vita vissuta, la presentazione del libro “Vittima innocente” di Raffaele Crisileo dedicato alla vicenda giudiziaria del Maresciallo Alfonso Bolognesi, culminata – dopo 14 anni, 3 processi e 4 anni di carcere. - con l’assoluzione del sottufficiale dei Carabinieri, in sede di revisione e la sua reintegrazione nel grado.

                    Firmata da Patrizio Gonnella, uno dei massimi esperti dei luoghi di privazione della libertà presso il Consiglio d’Europa e presidente nazionale dell’Associazione Antigone, la prefazione al libro, costituendo una pagina di altissima cultura giuridica e sociale, merita di essere riportata integralmente. La riproponiamo do seguito senza commento, quale doveroso riconoscimento dell’odissea di Bolognese e della scritto del suo legale avv.Crisileo, alla cui tenacia si deve la felice conclusione di quella odissea. 

 

               “'Ci sarà pure un giudice a Berlino' implorava il mugnaio Arnold, sperando di ottenere quella giustizia che fino ad allora gli era stata negata e di riavere il mulino che gli era stato ingiustamente confiscato. Conosciamo questa storia, vera o verosimile che sia, grazie a Bertolt Brecht. Risale più o meno alla fine del 1700. Proprio negli stessi anni in cui Cesare Beccaria dava alle stampe quel meraviglioso libretto che segnerà in meglio la storia del diritto penale nell’era moderna. Il filosofo milanese nella sua grandiosa opera 'Dei delitti e delle pene', in forme razionali e geometriche, ha costruito un modello processuale che avrebbe dovuto assolvere al suo duplice compito - consistente nell’avvicinarsi il più possibile alla verità dei fatti e assicurare al contempo adeguate garanzie alla persona accusata di un delitto - usando tutte le possibili accortezze investigative e procedurali. Le prove, per Beccaria, devono essere sempre affidabili e le accuse sempre chiare. La libertà personale è un bene troppo prezioso. 

Richiede che il potere repressivo sia esercitato con la massima cautela. Quella cautela in poenam che papa Francesco, in uno straordinario discorso sulla giustizia e il carcere rivolto all’associazione internazionale degli studiosi di diritto penale, ha affermato debba permeare di sé ogni tassello del potere di punire. Il carcere è sofferenza. Lo stesso processo è una sofferenza. E carcere e processo saranno sempre più produttori di dolore tanto più ci si allontana dai principi illuministici di una pena dolce, pronta, proporzionata, nonché esito di un processo giusto dalla durata ragionevole. Il carabiniere Alfonso Bolognesi, così come il mugnaio Arnold, ha creduto nella giustizia, anche quando questa gli si è contrapposta nella forma più crudele. Non si è sottratto alla stessa anche quando essa aveva perso le sembianze e l’equilibrio di una bilancia. Da uomo rispettoso delle istituzioni ha lottato nei confini della legge per far conoscere la sua verità. Opportunità che non gli era stata precedentemente fino in fondo consentita. Alla fine ha trovato anche lui un giudice a Berlino che gli ha restituito libertà e dignità, due parole che non possono che andare insieme, come ci hanno insegnato Beccaria e Kant.
               La storia di Alfonso Bolognesi è una vicenda che per vari tratti assomiglia tragicamente ad altre, ma per una se ne è profondamente e fortunatamente per lui distinta: Alfonso Bolognesi ha ottenuto la revisione del processo. I casi di revisione del processo sono molto pochi nella realtà dei nostri tribunali. La revisione del processo mette in discussione la verità processuale, segna la tangibilità del giudicato. Ebbene, Alfonso Bolognesi, nel nome di un’altra verità, quella storica, quella che la sua coscienza ben conosceva, ha cambiato la verità processuale. Non si è mai rassegnato, anche quando era in carcere a scontare una pena ingiusta. Ad Alfonso Bolognesi è stata restituita la divisa da Carabiniere. Con questo libro, il racconto allo stesso tempo bello e tragico della sua vita, gli restituiamo anche una piena dignità sociale”.


Alfonso Bolognesi

Raffaele Crisileo

Patrizio Gonnella 



settembre 2021

“I COSTRUTTORI DEGLI EQUILIBRI POLITICI”

Dai Partiti ai Leaders, la Storia vista da Andrea Covotta

Con il suo recente lavoro editoriale, l’Autore si spazia in una analisi storica che abbraccia gli ultimi decenni della vita della nostra Repubblica e lo fa mettendo a frutto la sua vasta esperienza di giornalista, maturata negli anni dapprima nei Tg della Televisione di Stato e, da qualche tempo, quale responsabile di Rai Quirinale, ruolo che per Andrea Covotta rappresenta un osservatorio privilegiato degli accadimenti della vita italiana. In particolare, il libro approfondisce le peculiarità non solo dei governi che si sono succeduti dal dopo-guerra ai giorni nostri, ma anche la trasformazione che si è avverata in tutte le formazioni politiche (da quelle storiche a quelle di più recente formazione) nelle quali si è passato dalla centralità del “partito-guida” alla sovraesposizione dei rispettivi “capi”. In questa panoramica si coglie una sorta di rivalutazione della cd. ”Prima Repubblica” di cui Covotta sottolinea l’azione positiva tesa alla ricostruzione, favorita dal famoso piano Marshal, ( cui somiglia, in qualche modo, l’odierno “Recovery found”), insieme alla fragilità del sistema dovuta alla breve durata di quei Governi che ne minarono 

l’efficacia per la loro discontinuità e troppo repentina alternanza. Altro parallelo che l’Autore identifica tra l’assetto della attuale compagine governativa e quella di alcuni governi risalenti alla Repubblica della prima metà del novecento, è rappresentato dall’esecutivo “di larghe intese” dei giorni nostri che – sia pure con differenti protagonisti, nati dalla evoluzione della vita politica – evoca quello del primo dopo-guerra che vide la compresenza dei Comunisti di Palmiro Togliatti con il Cattolici cristiani di Alcide De Gasperi. Niente di nuovo sotto il sole , per vero (ci pemettiamolo di aggiungere), se si pensa all’ottocentesco governo del cd.“ibrido connubio” di Cavour ! Il volume di Covotta, per la completezza degli approfondimenti si iscrive come lavoro storico tra quelli di più alto profilo che merita di essere approfondito per conoscere e meglio valutare la politica italiana e i leaders che se ne contendono la conduzione. Vale la pena di sfogliarne le pagine, dunque, e gustarne il contenuto. Buona lettura !